lunedì 1 luglio 2024

Quel senso di colpa....

Ci sarà qualcuno che si starà chiedendo... come è andata poi a finire per Pasqua?
Visto e considerato che non aggiorno da all'ora!
Dai alla fine è andata bene,  Bimba è guarita in un giorno e mezzo, ha avuto una leggerissima congiuntivite che ha fatto emettere la sentenza di ADENOVIRUS al pediatra.
Noi non ci siamo ammalati, perciò abbiamo fatto Pasqua tutti insieme godendoci una bella giornata.
Peccato che poi 3 giorni dopo mi ha vomitato nel letto 4 volte perché ha preso anche il virus del vomito.
Comunque, faccio tutti gli scongiuri possibili, a parte un leggero raffreddore a maggio, non ha avuto più nulla... che sia arrivato il famoso cambiamento che avviene dopo i 6 anni? Cioè che non si ammala più come prima dei 5?
Chi lo sa, voi non mi vedete ma io sto tenendo tutto incrociato.
Sti mesi sono stati dei casini assurdi, problemi al lavoro di tutti e due, in più mia suocera è stata chiamata per una operazione abbastanza importante, che era programmata (era in lista da febbraio), ma avevano detto che l'avrebbero chiamata dopo ottobre, e invece l'hanno chiamata ora a giugno, lasciando noi genitori, oltre che nelle beghe per portare supporto a lei che ha bisogno di un periodo di sostegno da parte di tutti, anche nella merda per il fronte scuola.
Infatti, come tutti gli anni, i nonni avrebbero portato Bimba al mare e le nostre giornate sarebbero state scandite da quei 2-3 giorni alla settimana di completa e innaturale libertà (leggi: cene fuori e serate da fidanzatini, ore e ore a leggere libri dopo cena, commissioni svolte in 5 minuti anziché 50 ecc ecc) .
Il tutto oltretutto assolutamente gratis.
Invece.
Invece appena è stata chiamata dall'ospedale ci siamo resi conto subito che saremmo stati a piedi quest'anno.
Essendo tardi per opzionare qualsiasi altro centro estivo, abbiamo alla fine provato a fare domanda per il centro estivo organizzato dal comune. Domanda accolta.
Ed ecco quindi che oggi si inizia questa nuova avventura, non programmata inizialmente, che se da una parte sono sicura che le piacerà perché fa amicizia facilmente e la prenderà bene, da una parte per noi c'è sotto quel senso di colpa non scritto che rende tutto molto malinconico e triste; un po' come se l'avessimo abbandonata per farci i fatti nostri.
Che col cavolo ci facciamo i fatti nostri, dobbiamo lavorare e anzi, noi lavoriamo entrambi a tempo pieno quindi comunque nel pomeriggio dalle 16 in poi sarà lo stesso un problema (così come lo era l'asilo).
Fortunatamente è una bimba buona e sta tanto a giocare anche per conto suo, perciò ci fa anche lavorare in quelle due ore.
Oggi, innanzitutto, appena la vado a prendere la porto a un compleanno.
E stasera, tante coccole e giochi tutti insieme!
Però che ansia!

giovedì 28 marzo 2024

Calendari e sincronia

La mi figliola è programmata per ammalarsi non appena io pronuncio la parola "Ferie".
Ieri mattina ho segnato sul calendario del lavoro che domani, essendo venerdì prima di Pasqua, ero in ferie.
Ieri sera alle 18.30 passo dalla nonna a riprendere Bimba.
Io: "Bimbaaaa lo sai?? Stasera andiamo a mangiare la pizza con Vale!!"  (Vale è la mia migliore amica nonché madrina di Bimba, ndr).
Bimba: "... " (nessuna reazione... a cose normali salti sulla sedia)
Io: "O___O"
Nonna: "E' un po' stanchina, ha detto che ha sonno"
Io: "O__________________O"
Sempre Io: "Bimba.... ma ti senti male?"
Nonna: "Noooo sta beneeee, s'è giocato fino a ora!!"
Infatti è quel fino a ora che mi preoccupa.
Bimba: "Non lo so."
Vai! Ci siamo! Si è vinto un'altra corsa!
Ha finito l'antibiotico lunedì per lo streptococco.
Già mi pregustavo la pizza, era tutto il giorno che ci pensavo.
Sì perché anche io sto prendendo l'antibiotico essendo reduce da 12 giorni di raffreddore che si è trasformato in sinusite, e finalmente il naso ha ricominciato a stapparsi e io a sentire di nuovo i sapori (no, non è che era covid eh, io il covid l'ho preso 3 volte e tutte e 3 le volte ho sperimentato la sparizione di odori e sapori quindi so cosa vuol dire... no semplicemente anche la sinusite non fa sentire a volte i sapori e gli odori ma è dovuto al naso tappato).
Sicché niente.
Ha iniziato a tremare come una foglia e nel giro di un'ora le è andata da 37.1 a 39.6.
Tachipirina, mangiato zero, le lotte per la farla almeno bere.
Ed eccoci qui.
Cosa c'è in giro? Sicuramente il virus con vomito e diarrea (moccoli) perché l'ha avuto un mio collega la settimana scorsa e un altro ha avuto 2-3 giorni di schifo per il cibo.
E me l'ha confermato il pediatra stamani. Anche se lui ha paura che sia di nuovo streptococco.
No dai, quello non è possibile, ha finito lunedì e da lunedì sera ha ricominciato a prendere Bactoblis (che io consiglio vivamente a tutti i genitori perché secondo me è una manna dal cielo contro lo streptococco e contro le infezioni delle vie respiratorie in generale, solo che va presa bene se no non funziona; infatti Bimba per 3 sere c'ha bevuto subito dopo averla presa e non le ha fatto effetto, se non fa effetto anche una sera sei fregato!).
Insomma, morale della favola, domani me la visita
Fortunatamente il pediatra di mia figlia è il sogno (anche erotico volendo, perché è un pezzo di gnocco pazzesco, giovane e aitante) di qualsiasi genitore:
1) risponde SEMPRE al telefono, e se non risponde richiama lui
2) trova SEMPRE un posto per una visita
3) ha l'armadietto pieno zeppo di tamponi di ogni tipo, dallo streptococco al covid all'influenza A e B all'adenovirus e se ipotizza uno di quelli te li fa senza tante storie (addirittura all'occorrenza fa anche l'esame delle urine con le strisce!)
4) anche se non ti fa i tamponi, sapendo cosa gira ti dice già subito al telefono di che morte morirai, se sta circolando la bronchite o lo streptococco o il virus che causa la congiuntivite o il vomito
5) non c'è bisogno di ricordargli troppo di quello che c'ha perché si ricorda tutto

E niente, detto questo non so cosa sperare, perchè ora è Pasqua, ho anche invitato tutti  i nonni e parenti a casa domenica per il pranzo di Pasqua, ho ordinato il pesce perché mi era venuta la malsana idea di fare una Pasqua con caciucco e di cimentarmi quindi in questo e invece non so se guarirà lei, se ci arriveremo sani noi, se se se se ... sempre un grande se.
Da quando c'è Bimba non c'è verso di programmare niente, che ti ritrovi sempre in queste situazioni.
Per carità, poverina, mica è colpa sua. Però porca miseria è un continuo.
UN CONTINUO
.
E poi è sincronizzata con le MIE ferie!
A novembre: "Oh che bello ho dei giorni in avanzo, sai che c'è??? Mi prendo il 2 e il 3 di ferie, così lei è all'asilo e mi faccio due giorni di STRAVACCO sul divano e cose varie che non riesco a fare quando c'è lei!!". Il 30 ottobre diagnosi di BOCCA MANI PIEDI, 10 giorni a casa.
Natale: "Mi sparo il 22 dicembre come ferie per fare tutto con calma e non ritrovarmi come sempre da ultimo coi regali!"
21 dicembre pomeriggio dopo la recita a scuola: febbre (streptococco).
Per non parlare poi delle volte in cui immancabilmente ti attacca qualcosa.
L'anno scorso a maggio mi sono fatta una settimana intera di febbre a 40 per via dell'adenovirus. Non esagero,a 40 per 6 giorni di fila e quando prendevo la tachiprina mi andava a 38. Sono finita anche al pronto soccorso perché disidratata.
Quindi ecco, ogni volta bisogna anche fare i conti con questo.
Che strapalle.
Vabbé, staremo a vedere.

giovedì 21 marzo 2024

Considerazioni dal parrucchiere

Quand'è che una che lavora a tempo pieno, con una figlia di 6 anni, e parte della gestione della casa sul groppone, trova il tempo finalmente per schiarirsi le idee e aggiornare il blog?
Ma mentre aspetta il tempo della tinta dal parrucchiere, è ovvio!
E niente, sicché sono così, immaginate la scena.
Capelli con tinta, pc sulle gambe (perché il blog si aggiorna decisamente con il pc, NO CELLULARE), io che sorrido ammiccando al parrucchiere che mi passa davanti, che pensa che stia lavorando, dò il buongiorno alla signora che arriva e si piazza davanti a me.
Nel frattempo ho silenziato la chat del lavoro e mi sono messa offline, se no pensano che sia già operativa, e mi tempestano di domande e il mio cervello stamani no, non ce la può fare. E tanto lo sanno che stamani entro più tardi.
Ma io adoro i miei colleghi eh, sia chiaro.
Quelli che lavorano insieme a me s'intende, non tutto l'universo mondo della mia azienda.
Dal marzo 2020 siamo in smart, abbiamo ricominciato dall'anno scorso ad andare una volta a settimana in ufficio ma il resto del tempo lo passiamo a casa e su quella chat, a mandarci gif per prenderci in giro gli uni con gli altri e a passare il tempo tra un lavoro e l'altro.
Se non lo sapete, io sono sviluppatrice software e quelle 6 persone con cui condivido la chat sono il mio team.
Che adoro, come già detto. La volta che andiamo in ufficio per noi è come se fosse un giorno di festa, la passiamo a organizzarci le attività, fare riunioni e sparlare di tutti come comari pettegole. Tra una risata e l'altra. Perché quando siamo insieme ridiamo tanto.
Sono molto fortunata.
Oggi sembrerebbe essere una bella giornata.
In questo momento c'è un po' di foschia, forse dovuta al caldo anomalo di questi giorni, ma si prospetta si apra tutto in mattinata.
Anche ieri e l'altro ieri erano belle giornate, piene di sole e tepore primaverile.
Io spero duri a lungo. Purtroppo con il cambiamento climatico la primavera c'è sempre per meno tempo, e alterna momenti di temperature basse e temperature quasi estive. Ma come sarebbe bello se si andasse avanti per un paio di mesi con questo caldino giusto, giacchettina di pelle, maglietta a maniche lunghe ma non troppo, ballerine ai piedi?
Mah chissà speriamo!
Mi mette di buonumore.
C'è una signora che ha appena detto che nel weekend mette tempo brutto e il parrucchiere ha rincarato la dose, dicendo che ci aspetta una Pasqua e una Pasquetta con la pioggia.
Ecco, rovinato questo momento bellissimo.
Ma andatevene a fare in c.u.l.o! Vabbé...
Comunque c'è certa gente che gode a dire che il tempo è brutto, non ho mai capito come mai.
Ci metto anche mia madre eh. Che quando la chiamo per la  telefonata serata, se mette allerta meteo te lo dice tutta fogata "Ohhh ma domani ha messo allerta arancione hai visto????" .
Boh. Non lo capirò mai.
E continuo a sperare che per Pasqua e Pasquetta ci sia questo tempo qui.
Anche perché l'unica settimana di Pasqua veramente bellissima dove non c'era nemmeno una nuvola, sembra assurdo a dirsi, ma fu la settimana di Pasqua del 2020.
Ricordo che facemmo un picnic nell'uliveto davanti casa, non sapevamo più cosa inventarci.
Che stronzo il meteo certe volte eh.
Ecco Andrea che mi chiama per il risciacquo... ok, devo staccare.
E' spuntato anche il sole.
Speriamo.

venerdì 29 dicembre 2023

Quando si avvicina Capodanno...

Questo è il momento dell'anno in cui alla bocca dello stomaco iniziano a stazionare sensazioni che non so spiegare a parole...
E' un misto di ansia-depressione-nostalgia-voglia di piangere-tenerezza-calore-pace che si fa spazio dentro di me (ma forse sarebbe più consono ammettere che fa a botte) e a volte mi sento come se mi fosse passato un carrarmato sopra, psicologicamente parlando.
Non so, iniziano a frullarmi nella testa pensieri che fino al giorno di Natale/Santo Stefano non facevo, ovvero che dovrei impegnarmi di più in alcuni ambiti della mia vita, che per il prossimo anno non voglio più ritrovarmi per l'ennesima volta a essere in un certo modo, ecc ecc.

Me l'ha sempre fatto per l'ultimo dell'anno eh.
Non è che una cosa di ora.
Nè di qualche tempo recente.
Sempre fatto.
Forse si è acuito quando ormai tanti anni fa (quanti? 15?) proprio in questo periodo litigai con quella che era stata forse la mia migliore amica (senz'altro una delle persone a cui ho voluto più bene in assoluto) e venni a sapere che non ne voleva più sapere di me.
Così, di punto in bianco, da altri.
Fu una sensazione terribile.
Che lascia il segno. Ha lasciato il segno.

Forse è per quello che adesso, quando "scade" il periodo di Natale, subentra questo mix di ricordi a riempirmi il cervello e da un lato cerco di vivermi la vita come sempre, con il lavoro, la mia famiglia, la mia bimba... da un lato mi sembra di star vivendo ancora altri momenti del passato.
E i ricordi si fanno più nitidi in questo periodo.

Il ricordo di quando andavamo a Messa da bambine, i giorni della "Novena" e ci fermavamo a giocare a tombola nei locali della parrocchia.
Quell'odore forte di incenso e candele spente.
I vecchietti del paese, insieme a noi bambini, che urlavano i numeri che uscivano
Mia nonna che si siede accanto a me e quando esce il 77 grida "LE GAMBE DELLE DONNE!".

Noi bambini undicenni che facciamo parte del coro di Santa Cecilia e ci uniamo tutti in cerchio per decidere le ultime canzoni da cantare la sera di Natale.
Io amo da impazzire "Notte placida" ma al rigido Pievano no e non la possiamo cantare mai.
Il rigido Pievano: quello che ha vissuto tutti i giorni della sua vita con l'abito nero lungo e il collare. Sempre, non ha mai sgarrato.
E gli occhi  un po' accigliati.

Io che sento delle canzoni di Natale in lontananza, mentre salgo le scale dell'all'ora casa mia, e mi metto ad ascoltarle fissando il buio della valle di fronte a me.
E mi emoziono.

E così via, in una sequela infinita di ricordi riportati a galla da quel rumore o da quell'odore o da quella canzone o da quella voce risentita dopo tanto tempo.

Mi sento in balia di me stessa e della mia tristezza. Ma forse va bene così.


lunedì 27 novembre 2023

Un' avventura

E niente.
Sono qui.
Come ai tempi di Splinder.
Ho deciso di chiamare così questo blog perché io sono stata una blogger della prima ora, di quei tempi in cui avere un blog non era uno status symbol, semplicemente tutti ce l'avevano.
Non era come ora... non c'era un blog a tema, una cosa su cui scrivere per forza...ricette o politica.
No, scrivevamo un po' di tutto, seguendo l'impulso del giorno. Poteva essere il commento a una notizia, un'opinione su qualcosa, semplicemente il resoconto della giornata.
Oppure si scrivevano poesie inedite, racconti, magari un aforisma, una frase sentita.
Un po' come si farebbe adesso su Instagram o Facebook, quando qualcosa ci colpisce e lo condividiamo.
Perché lo condividiamo?
Perché sentiamo questo bisogno imprescindibile di dover condividere agli altri alcune cose di noi, dei nostri pensieri, delle nostre vite?
Non lo so.
Ma l'idea di aprire un blog, di seguire quella moda che stava andando tanto in voga in quel momento, mi entrò nella testa in un periodo non particolarmente facile della mia vita, all'età di 21 anni, alle prese con le crisi d'ansia e gli attacchi di panico, e così un bel giorno mi creai un account su Splinder (e quale altra piattaforma se no?) e iniziai l'avventura.
Era il 2004.
E fu un' avventura davvero, a ripensarci adesso. Mai avrei creduto tramite blog di riuscire a conoscere così tante persone (anche se solo virtualmente), di affacciarmi su così tante vite, di scoprire come anche gli altri potessero avere problemi così simili ai miei, e li condividevano, esattamente come facevo io.
Poi a quei tempi, per motivi che non so spiegare, non c'era tutto questo odio.
Se leggevi un post di un blog su cui non eri d'accordo, semplicemente non commentavi.
O se commentavi, lo facevi in maniera pacata e gentile, cercando di spiegare qual era la tua posizione in merito, senza ferire chi l'aveva scritta.
Ricordo benissimo il blog di una ragazza alle prese con l'anoressia.
Ci scambiavamo dolci commenti, nonostante le sue posizioni su alcuni concetti che io ritenevo basilari mi facessero paura.
Oppure il blog di una ragazza che militava in Forza Italia.
Io seguivo Marco Travaglio, per dire, eppure andavamo d'accordo.
Io non so a che punto del percorso si è persa la capacità di cercare punti in comune, anziché soffermarsi su ciò che ci divide, ma fatto sta c'è stato un tempo in cui potevamo essere diversi su tutto eppure si trovava comunque qualcosa che ci univa e ci faceva stare bene.
E poi c'era Pino Scaccia.
Il mitico Pino Scaccia.
Il compianto e mai dimenticato Pino Scaccia.
Proprio lui, il giornalista del TG1.
Quella voce calma e gentile di cui sotto sotto forse ero quasi innamorata e pendevo dalle sue parole e dai suoi racconti.
A quei tempi il blog di Pino era ai primi posti dei blog più famosi della blogosfera. Condivideva la classifica con Beppe Grillo, Macchianera, e non ricordo chi altri.
Ah sì, ne ricordo uno.
Enzo Baldoni.
E' stato grazie ad Enzo Baldoni che iniziai a seguire il blog di Pino.
Sono passati tanti e tanti anni e non ricordo adesso se di Enzo ne avevo sentito parlare prima del suo atroce rapimento o a cavallo, ma credo che fu prima, perché venne rapito in estate ed io in estate, d'agosto, chiudevo sempre il blog.
Da lì, scoprire un mondo nuovo fu un attimo.
Scrissi a Pino direttamente, via mail, facendogli i complimenti e chiedendogli il permesso di poter commentare anche io i suoi post.
E non feci in tempo a scrivergli, che mi rispose. "Certo che puoi, anzi devi!".
Commentare il suo blog diventò un impegno quotidiano, così come scrivere sul mio. E commentare anche altri blog che scoprivo ogni giorno, che amavo inserire poi tra i preferiti per non perderli.
Questa cosa è andava avanti fino alla chiusura di Splinder.
Ma la voglia di scrivere post si diradò sempre di più.
Diciamo che la chiusura avvenne in un momento in cui le persone si erano stancate di scrivere.
I blog stavano diventando monotematici e fonte di reddito, ma non erano più lo specchio dell'anima della gente comune.
Nello stesso istante, avevano iniziato piano piano a smettere di scrivere anche i miei amici dell'università (con i quali oltre a scriverci sui blog ci riempivamo di squilli su MSN) e molti dei blog che seguivo stavano mesi senza essere aggiornati.
Era passata la moda.
Lo tzunami aveva inondato tutto, ma ora la marea di stava ritirando, per non tornare più.
Ma se ci penso adesso, non so darmi una spiegazione a questo.
Forse l'avvento dei social, può darsi, forse non avevamo più voglia di leggere, non lo so.
So solo che smettemmo di amare scrivere, e che questa cosa in realtà, non fu sostituita da qualcos'altro.
Semplicemente finì.

Così come era inziata.
Da qualche tempo però mi è ribalenata nella testa quell'idea malsana e intrusiva di aprire di nuovo un blog.
Splinder non c'è più e non esiste neppure più una community come quella.
Sarà tutto diverso, mi sono detta.
Ma d'altronde, anche io sono diversa da all'ora.
Niente potrà più portare indietro quei tempi, ma io non mi metto a scrivere per ripeterli.
Mi metto a scrivere perché voglio un mondo diverso da quell'atmosfera cupa che vedo ogni qualvolta che apro Facebook, perché sono stanca di perdere ore a veder passare reel di Instagram che mi insegnano a come riordinare casa o pulire tappeti; perché mi sono resa conto che sfogliare con i pollici il cellulare è diventata una droga, al pari delle sigarette, delle abbuffate.
Non voglio vedere scorrere la mia vita nel tentativo di riempire il mio dentro con le vite degli altri che scorrono sullo schermo; se devo perdere tempo, allora voglio perderlo scrivendo, cercando di riempire i vuoti della vita con una miriade di parole.
Non sarà un blog a tema.
Non scriverò tutti i giorni.
Non darò lezioni di vita, né ti insegnerò a far qualcosa.
Sopratuttto, non sto scrivendo per te.
Se mi stai leggendo e sei arrivat* fino in fondo a questa pagina avrai perso del tempo anche te.
Ma ti prego, non mi mandare a fanculo nei commenti, per quello c'è Facebook.
Se ti va di lasciarmi un pensiero... fà che sia un pensiero gentile.